Uno strumento da cucina comune potrebbe aiutare la conservazione dei koala
Conosciuti per le loro orecchie pelose, visi tondi e grandi nasi neri, i koala trascorrono la maggior parte del loro tempo sonnecchiando sulle cime delle foreste di eucalipto. La loro predilezione per posarsi in alto e muoversi molto poco rende difficili da individuare queste icone australiane. Ma ciò potrebbe presto cambiare grazie a una nuova tecnica che può "annusare" la posizione dei koala.
Il metodo, descritto il 13 ottobre nel Journal of Applied Ecology, cattura il DNA che si muove intorno all'ambiente naturale del marsupiale utilizzando filtri fatti di garza, un tessuto vaporoso comunemente trovato nelle cucine.
Fissati tra due piastre di acciaio inossidabile, i filtri di garza sono stati testati in 26 siti in quattro riserve naturali in Queensland, Australia. Ogni sito ha ricevuto due filtri: uno posizionato a circa 1,5 metri da terra con un ventilatore che aspirava meccanicamente l'aria, e un altro posizionato più vicino al suolo per intrappolare eventuali detriti.
Dopo alcuni giorni, i ricercatori hanno recuperato i filtri e analizzato il materiale genetico intrappolato al loro interno. Con grande soddisfazione, gli scienziati hanno identificato il DNA dei koala così come il DNA di altre undici specie conosciute per abitare la zona, tra cui i wallaby delle paludi (Wallabia bicolor) e i possum ad anelli (Pseudocheirus occidentalis).
Le popolazioni di koala (Phascolarctos cinereus) sono drasticamente diminuite negli ultimi anni a causa degli incendi boschivi incontrollati e delle malattie. Nel 2022, il governo australiano ha dichiarato che i koala sono in pericolo in alcune parti del paese. Gli sforzi di conservazione hanno fatto affidamento su strumenti sofisticati come droni ad imaging termico e registratori acustici per individuare i koala. Il nuovo campionatore di DNA è meno costoso e richiede meno competenze tecniche per essere utilizzato, dicono i ricercatori.
"È molto semplice," dice la biologa evoluzionista Celine Frere dell'Università del Queensland a Brisbane, Australia. "L'idea è coinvolgere cittadini scienziati, proprietari di proprietà private e studenti delle scuole a usare i filtri."
Il lavoro aggiunge un altro strumento che gli scienziati possono utilizzare per rilevare il DNA ambientale, o eDNA. Altri ricercatori hanno aspirato l'aria nei giardini zoologici e nelle foreste, campionato la vegetazione e persino esaminato i filtri delle stazioni di monitoraggio dell'inquinamento atmosferico per l'eDNA.
"Alcuni degli studi in questo particolare studio sono passi importanti," dice l'ecologo Matthew Barnes della Texas Tech University a Lubbock. L'esperimento è stato condotto in un ambiente non controllato, dove c'è molta incertezza - e un rischio che venti forti o piogge possano influenzare i risultati. "Il fatto che siano riusciti comunque a ottenere un certo successo è davvero incoraggiante," dice Barnes.
Frere e il suo team stanno lavorando per costruire una libreria di dati genetici per varie specie, "in modo da avere un riferimento che ci permetta di utilizzare appieno il potere dell'eDNA," dice lei.