Vestiaire Collective aggiunge Zara, H&M, Gap, Mango, Uniqlo alla sua lista di divieto del fast fashion.

17 Novembre 2023 1725
Share Tweet

Vestiaire Collective, un colosso francese del rivendita, sta intensificando il ritmo con cui sta espellendo il fast fashion dal suo business.

Questa settimana ha rivelato una seconda serie di marchi che saranno esclusi dalla sua piattaforma. Queste 30 etichette appena aggiunte contengono alcuni importanti marchi di moda come Abercrombie & Fitch, Gap, H&M, Mango, Uniqlo, Urban Outfitters e Zara, tra gli altri. Questo è il secondo anno di una strategia triennale iniziata inizialmente con un annuncio nel novembre 2022.

L’azienda ha riferito che dopo l’avvio di questa iniziativa nel 2022, circa il 70% dei membri colpiti dal divieto ha ricominciato a fare acquisti sulla piattaforma, preferendo investire in prodotti di seconda mano di migliore qualità. Vestiaire Collective ha dichiarato di aver collaborato con un gruppo di nove professionisti della moda e della sostenibilità per sviluppare una definizione precisa di fast fashion e di aver utilizzato questo criterio per escludere i principali attori del settore dal suo sito web. Questo impegno, secondo l’azienda, è in linea con il suo obiettivo di promuovere un’economia più circolare.

 Vestiaire Collective ha ammesso che questo nuovo divieto potrebbe alimentare polemiche, ma ha sostenuto che si tratta di un’azione necessaria considerando il ritmo della crisi climatica e i 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili prodotti ogni anno. Questo è essenzialmente un passo verso la minimizzazione dell’impatto ambientale e sociale della moda.

Il quadro recentemente concepito dall'azienda tiene conto di diversi fattori come il prezzo medio e la riparabilità degli articoli; il numero di collezioni o di nuovi articoli in calo in un anno; la quantità di articoli in vendita in un dato momento; la durata del ciclo produttivo, dalla progettazione all'arrivo in negozio; e frequenza e intensità delle promozioni di sconto.

L’azienda ha fatto la scelta originale di limitare il fast fashion a seguito di un viaggio di ricerca a Kantamanto in Ghana, sede della più grande economia di riutilizzo e riciclo a livello mondiale. La portata e l'effetto degli sprechi di fast fashion a cui hanno assistito durante questa visita, hanno portato all'immediata esecuzione di questo divieto. Vestiaire Collective continua a ribadire che il divieto del fast fashion può avere successo solo se i consumatori sono più consapevoli delle proprie abitudini di acquisto. L'azienda incoraggia i propri consumatori a valutare criticamente le proprie abitudini di acquisto e a comprendere il vero effetto delle proprie scelte.

Per facilitare questo, ha messo in atto un percorso educativo che fornisce dettagli in ogni fase dell'esperienza di acquisto per i suoi clienti. Hanno anche creato una guida online che offre alternative pratiche agli articoli fast fashion esistenti, strategie di donazione e approfondimenti sulla sostenibilità.

Per migliorare ulteriormente la situazione, Vestiaire Collective si è impegnata a informare le aziende sui vantaggi delle pratiche sostenibili e a rivedere le relazioni esistenti con partner e influencer. La società prevede inoltre di lanciare una campagna globale intitolata Think First, Buy Second, che utilizza la tecnologia AI su tutte le sue piattaforme digitali.

Questa campagna includerà immagini di pile di vestiti situate in luoghi famosi come Times Square e la Torre Eiffel, per dimostrare l'entità dei rifiuti tessili e delle discariche che potrebbero verificarsi nei paesi dei consumatori. Questa campagna mira a incoraggiare gli utenti dei social media a impegnarsi ad acquistare solo prodotti di seconda mano durante il Better Friday, fino alla fine dell'anno, nel 2024 o a tempo indeterminato.


ARTICOLI CORRELATI