I fan potrebbero non tenere freschi gli anziani durante le ondate di calore

30 Ottobre 2024 2603
Share Tweet

Soffiare aria da un ventilatore elettrico da solo non è sufficiente per rinfrescare gli anziani che soffrono dentro casa durante un'onda di calore, mostra una nuova ricerca. Uno studio su 18 adulti di età compresa tra i 65 e i 72 anni, monitorati in una camera a clima controllato che simula condizioni estreme di onda di calore, ha rilevato poche differenze nelle temperature centrali di picco a seguito dell'uso del ventilatore elettrico, riportano gli scienziati il 17 ottobre sul Journal of the American Medical Association.

Gli anziani, molti dei quali preferiscono resistere alle ondate di calore nelle proprie case, sono particolarmente a rischio per gli impatti sulla salute legati al caldo. In assenza di accesso all'aria condizionata, l'uso di ventilatori elettrici di tipo a piedistallo è stata una delle strategie raccomandate per le persone a casa che cercano di rimanere fresche. I ventilatori possono accelerare la perdita di calore, abbassando la temperatura centrale del corpo, aumentando l'evaporazione del sudore.

Tuttavia, recenti studi basati su modelli biofisici hanno suggerito che i ventilatori potrebbero non fornire molto refrigerio quando la temperatura ambiente supera i 33° Celsius - in particolare per gli anziani che potrebbero non sudare in modo efficiente.

Quindi il fisiologo ambientale Fergus O’Connor, attualmente presso l'Università di Griffith a Brisbane, in Australia, e colleghi hanno deciso di testare direttamente il potere refrigerante dei ventilatori durante le condizioni di onda di calore. I partecipanti allo studio hanno trascorso tre episodi di otto ore ciascuno seduti in una camera presso l'Università di Ottawa, con la temperatura fissata a 36°C e l’umidità relativa al 45%. Queste condizioni sono simili a quelle che i cittadini di Vancouver hanno dovuto sopportare durante la siccità da calore che si è abbattuta sulla Columbia Britannica nel 2021, che ha portato a circa 619 morti nella provincia.

La camera controllata dal clima aveva anche un ventilatore elettrico. I modelli precedenti che simulavano l'efficacia del ventilatore presumevano un flusso d'aria piuttosto potente di circa 3,5-4,5 metri al secondo. Ma questa potenza è superiore a quella dei normali ventilatori domestici, notano i ricercatori. Pertanto, ciascun periodo di esposizione includeva una diversa velocità del ventilatore: assenza di flusso d'aria, un flusso d'aria lento di 2 metri al secondo e un flusso d'aria veloce di 4 metri al secondo.

Il team ha poi valutato la temperatura centrale del corpo dei soggetti, lo sforzo cardiovascolare, il livello di disidratazione e il comfort termico - la percezione di sentirsi troppo caldi o freddi. I risultati hanno suggerito che, rispetto al caso di controllo senza flusso d'aria del ventilatore, il flusso d'aria più lento non ha comportato cambiamenti significativi nella temperatura centrale, nella pressione sanguigna, nel consumo di liquidi o nel comfort termico. Il flusso d'aria più veloce ha migliorato le percezioni del comfort termico - ma, dal punto di vista biofisico, non c'è stata un'ulteriore miglioria significativa.


ARTICOLI CORRELATI