La debolezza segreta dell'influenza: nuovi anticorpi mirano al "lato oscuro" della proteina del virus.

08 Marzo 2024 2095
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La ricerca condotta dagli scienziati del Vaccine Research Center, parte del National Institutes of Health (NIH), ha trovato anticorpi che colpiscono un’area difficile da identificare del virus dell’influenza. Si sono concentrati in particolare su quello che descrivono come il "lato oscuro" della testa della proteina neuraminidasi (NA). I nuovi anticorpi umani che hanno scoperto, rappresentati in viola/rosa e marrone/beige nella loro illustrazione, vengono mostrati mentre legano il tetramero della proteina neuraminidasi dell'influenza, visualizzato in varie tonalità di blu. Gli anticorpi che hanno trovato prendono di mira una regione comune della proteina NA presente in numerosi virus influenzali, incluso il sottotipo H3N2. La scoperta fornisce una nuova promettente area per le contromisure contro il virus. La ricerca è stata recentemente pubblicata sulla rivista Immunity.

Milioni di persone in tutto il mondo vengono colpite ogni anno dal virus dell’influenza, causando malattie gravi e persino la morte. La vaccinazione può ridurre gli effetti del virus, sebbene ogni anno siano necessari vaccini aggiornati che forniscano protezione contro i numerosi ceppi e sottotipi del virus a causa della rapida evoluzione del virus. Una protezione più ampia contro più virus influenzali sarebbe l’ideale per prevenire epidemie di ceppi influenzali sia nuovi che ricorrenti senza la necessità di cambi o vaccinazioni annuali.

Un metodo efficace per rafforzare le contromisure e i vaccini contro l’influenza consiste nell’identificare nuovi bersagli nelle regioni conservate delle proteine superficiali del virus. Queste regioni conservate rimangono tipicamente relativamente inalterate tra i diversi ceppi virali. La NA è una proteina di superficie dell'influenza costituita da una testa globulare e un gambo stretto.

La parte inferiore della testa della NA contiene una regione altamente conservata suscettibile al legame degli anticorpi e all'inibizione del virus a causa del suo "lato oscuro", un'area piena di potenti bersagli per gli anticorpi, noti come epitopi. Questo "lato oscuro" non viene influenzato dalle mutazioni comuni osservate nei ceppi resistenti ai farmaci ed è parzialmente nascosto, rendendolo quindi un territorio relativamente inesplorato.

Dopo aver isolato anticorpi umani dal sangue di due individui guariti dal sottotipo H3N2 dell'influenza di tipo A, i ricercatori hanno scoperto che questi anticorpi prendevano di mira il "lato oscuro" della NA. Nei test di laboratorio, è stato osservato che questi anticorpi inibiscono la propagazione del virus del sottotipo H2N2, che causò l'influenza pandemica nel 1957-58, e dei virus H3N2 riscontrati negli esseri umani, nei suini e negli uccelli. Hanno scoperto che questi anticorpi proteggevano anche i topi dall’infezione letale da parte del virus del sottotipo H3N2, se somministrati un giorno prima o due giorni dopo l’infezione. Ciò suggerisce che l’anticorpo potrebbe essere un’efficace misura preventiva oltre che un trattamento per l’influenza.

Dopo aver esaminato la struttura di due anticorpi mentre erano collegati all'NA utilizzando tecniche avanzate di microscopia elettronica criogenica, hanno scoperto che ciascun anticorpo prende di mira regioni distinte e non adiacenti del "lato oscuro", indicando varie aree utili per lo sviluppo di contromisure.

I risultati della ricerca implicano che gli epitopi unici e non sfruttati del "lato oscuro" dell'NA potrebbero aiutare a sviluppare nuovi vaccini e strategie terapeutiche. Suggeriscono che, insieme agli antivirali o ad altri tipi di anticorpi, gli anticorpi diretti contro il “lato oscuro” della NA potrebbero essere preziosi per intervenire contro l’influenza, poiché si dimostrano efficaci contro i virus influenzali con mutazioni resistenti ai farmaci. I ricercatori hanno inoltre concluso che questi obiettivi del "lato oscuro" della NA dovrebbero essere presi in considerazione per l'inclusione nella prossima generazione di vaccini antinfluenzali ad ampia protezione.

L’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive ha fornito i finanziamenti per questo studio.


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