Prima scoperta del suo genere: i segni precoci di degenerazione maculare possono predire la perdita della visione

16 Luglio 2024 1788
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Una recente ricerca condotta dall'Ospedale universitario di Bonn, in collaborazione con l'Università di Bonn, ha dimostrato che i primi segni di degenerazione maculare legata all'età (AMD) possono ridurre significativamente la visione locale. Questa svolta offre il potenziale per trattamenti più precoci e migliori e per il monitoraggio della malattia. (Concetto dell’artista). Credito: SciTechDaily.com

Nuovi risultati dell'Ospedale universitario di Bonn (UKB), in collaborazione con l'Università di Bonn, hanno rivelato che specifiche alterazioni precoci nei pazienti con degenerazione maculare legata all'età (AMD) possono provocare una notevole perdita della vista locale. Questa svolta potrebbe migliorare il trattamento e il monitoraggio di questa condizione oculare nei pazienti anziani, che in genere progredisce fino alla cecità centrale, e facilitare la sperimentazione di nuovi trattamenti.

L'AMD colpisce soprattutto gli anziani. Se non trattata, la malattia porta ad una progressiva perdita della visione centrale, che compromette significativamente le attività quotidiane come leggere o guidare. I ricercatori di tutto il mondo sono alla ricerca intensa di modi per migliorare la diagnosi precoce e il trattamento di questa malattia prima che si verifichino gravi perdite.

Un gruppo di ricerca della Clinica oculistica UKB, in collaborazione con l'Università di Bonn e in stretta collaborazione con scienziati di base e clinici, ha esaminato specificamente i pazienti con forme iniziali di AMD. I ricercatori si sono concentrati sulle cosiddette lesioni iRORA, che sono segni anatomici molto precoci di danno retinico.

"Abbiamo misurato con precisione l'acuità visiva in queste aree interessate della retina con il metodo della microperimetria", spiega Julius Ameln, la dott.ssa Marlene Saßmannshausen e il dott. Leon von der Emde, che hanno effettuato gli esami. Si tratta di misurare la sensibilità della retina agli stimoli luminosi per identificare i disturbi visivi. Poiché le aree retiniche interessate sono inferiori a 250 micrometri, i dispositivi clinici di routine raggiungono i loro limiti.

(da sinistra): Julius Ameln, Dr. Wolf Harmening, Prof. Frank G. Holz, Dr. Marlene Saßmannshausen, Dr. Leon von der Emde, Alessandra Carmichael-Martins, Dr. Thomas Ach. Credito: Ospedale universitario di Bonn (UKB) / A. Winkler

In questo caso viene in aiuto uno strumento di ricerca ad alta risoluzione sviluppato a Bonn, il cosiddetto oftalmoscopio ottico a scansione ottica adattiva (AOSLO). "Consente l'imaging della retina con risoluzione microscopica e consente test funzionali di piccole aree fino ai singoli fotorecettori", afferma il dottor Wolf Harmening, capo del laboratorio AOSLO presso l'UKB Eye Hospital e membro della Transdisciplinary Research Area (TRA) " Vita e salute” presso l’Università di Bonn.

I risultati furono chiari: l'acuità visiva nelle aree delle lesioni era notevolmente ridotta. Con il metodo standard la perdita è stata in media di 7 unità rispetto ad una regione di controllo. Con il preciso metodo AOSLO la perdita è stata pari a 20, il che corrisponde a una riduzione della sensibilità alla luce di un fattore 100.

Questi risultati dimostrano che le lesioni iRORA hanno già un impatto significativo sulla vista. Questo danno retinico precoce potrebbe servire da indicatore per monitorare meglio la progressione della malattia e trattarla in una fase precoce. I risultati di questo studio rappresentano un ulteriore passo avanti verso una migliore comprensione di come si sviluppa la forma tardiva di AMD secca con la formazione di estesi danni retinici.

"Le nostre indagini dimostrano che anche queste lesioni precoci possono contribuire a un deterioramento della vista molto localizzato ma comunque significativo nei nostri pazienti", spiega il dottor Wolf Harmening. "Ciò li rende un potenziale marcatore che può aiutare a monitorare meglio la progressione dell'AMD e trattarla in una fase precoce", aggiunge il Prof. Dr. Frank Holz, Direttore della UKB Eye Clinic.


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