Giorgio Armani organizza un fantastico spettacolo, critica i designer improvvisati e commenta su Meloni
Giorgio Armani ha tenuto con successo tre delle sue sfilate domenica al finale della Settimana della Moda di Milano, trovando anche un momento per criticare la moda obsoleta e lodare il Primo Ministro Giorgia Meloni per la sua forza. Gli attesissimi eventi di Giorgio Armani hanno richiesto tre sfilate separate, tenutesi nel suo spazio espositivo su misura nel suo storico palazzo rinascimentale, situato in via Borgonuovo 41, proprio nel cuore di Milano. Tra le prime due sfilate, Armani ha tenuto una piccola conferenza stampa di 15 minuti con circa 30 redattori, esprimendo con calma ma assertività i suoi punti di vista in italiano con la consueta sicurezza di sé. La prima fila decorata vantava artisti del calibro di Cate Blanchett, l'attrice cinese Liu Shishi, la star coreana Ji Chang Wook e il nuovo volto della campagna uomo di Armani, l'attore francese Louis Garrel, tra gli altri.
Per questa stagione, Armani ha tratto ispirazione da una delle sue fonti più importanti, l'Oriente, incorporando i crisantemi in diversi look e rifinendo splendide giacche di velluto con cineserie e pannelli di seta raffiguranti immagini cinesi. In particolare, libellule e fiori sono spesso presenti come motivi nella collezione intitolata "Fiori invernali". Armani ha aperto lo spettacolo con Gina di Bernardo, una bellezza italiana veterana che era un volto noto delle campagne pubblicitarie degli anni '80 e '90 scattate da Aldo Fallai, uno dei fotografi preferiti di Armani. La sfilata ha visto pantofole stampate a fiori, pantaloni morbidi e fluidi e giacche strutturate con spalle, molte decorate con stampe floreali o ricami floreali.
«Sono affezionato al concetto di fiori invernali, semplicemente perché durante l'inverno mancano i fiori», ha dichiarato Armani. Per la sua collezione da sera, ha ricevuto applausi per i suoi splendidi abiti, come un look con spalle scoperte in velluto verde smeraldo evidenziato da fiori di cristallo. Il culmine dello spettacolo è stato il pubblico che si alzava sulle note di "L'amour et La Violence" di Sebastien Tellier. Il pubblico ha applaudito a lungo mentre Armani ha ricevuto una standing ovation di 30 secondi, con qualche lacrima evidente nei suoi occhi.
Armani, a 89 anni, racconta che l'emozione di mettere in piedi uno spettacolo resta la stessa di quando ha iniziato. Ha espresso il suo disappunto per la superfluità nel mondo della moda, affermando: “Un'eccessiva assurdità alla ricerca della novità o della stravaganza è ampiamente accettata nel nostro mondo. Ciò rende difficile la formazione di una narrazione coerente. C’è un bel po’ di moda là fuori che preferirei cancellare”. Interrogato sulla Meloni, la prima leader di estrema destra di una grande democrazia europea, Armani ne ha lodato la forza con un gesto della mano, scatenando le risate tra i redattori.
Armani ha confessato di essere scontento della pratica milanese di stipare numerose sfilate in soli quattro giorni, affermando di aver presentato un reclamo alla Camera della Moda, l'ente responsabile della programmazione delle sfilate a Milano, su questo tema. Ha espresso la sua frustrazione per l'afflusso di designer stranieri sconosciuti che presentano i loro stili ordinari o assurdi, chiedendosi chi si preoccupa veramente di loro. Armani dimostra che il potente leone della moda italiana ha ancora la capacità di ruggire.